mercoledì 25 novembre 2020

I burger vegetali

 

I burger vegetali rappresentano il segmento più importante e meglio definito nell’ambito del prodotti “meat free.

Negli ultimi anni l’intero settore del prodotti vegetariani e vegani è cresciuto ma il segmento dei burger non si è ulteriormente ampliato.

Burger vegetali (freschi e surgelati)

 

 

Carrefour

Esselungaacasa

Bennet

numero di marche

5

9

4

numero di prodotti

12

23

6

freschi

10

13

4

surgelati

2

10

2

vegetariani

3

1

2

vegani

9

22

4

Per capire cosa c’è sugli scaffali (anche se virtuali) dei supermercati sono stati considerati tre punti di vendita online: Carrefour, Esselungaacasa e Bennet. I burger vegetali (compresi i surgelati) sono rispettivamente 12, 23 e 6. Una particolarità: in Carrefour l’assortimento è cambiato nel breve periodo; la settimana scorsa aveva numerosi prodotti in promozione attualmente non più in riscontrati.

Molti i prodotti adatti ai vegani, pochi quelli che lo dichiarano in etichetta pur essendolo. Alcune marche hanno sia prodotti vegani sia almeno un prodotto che è invece vegetariano (di solito con presenza di albume d’uovo tra gli ingredienti). Questo potrebbe creare un po’ di confusione per i consumatori.

In base al Rapporto Italia 2020 dell’istituto Eurispes, i consumatori vegetariani e vegani sono cresciuti nell’ultimo anno: i vegeteriani sono il 6,7% degli italiani e i vegani il 2,2%. Complessivamente chi ha rinunciato alla carne rappresenta l’8,9%.  I vegani rappresentano tuttora una nicchia. Non dire che un burger è vegano può essere dettato dall’intenzione di servire un segmento più ampio rispetto al ristretto ambito costituito da coloro che hanno deciso di non consumare alcun tipo di derivato animale.

Tra i burger vegetali ci sono prodotti e prezzi differenti.

I burger più innovativi, Beyond Meat, Garden Gourmet Sensational Burger e Unconventional,  vegani con un elevato contenuto proteico (dal 17 al 14%) e la funzione sostituiva della carne, sono tra i più costosi ma tra i premium price ci sono anche due prodotti vegetariani, Carrefour Bio Mini Burger e Garden Gourmet burger di soia saporito vegetariano.

I tre burger vegani premium price

Beyond Meat

Garden Gourmet Sensational Burger (Nestlé)

Unconventional (Granarolo)





Denominazione di prodotto

Burger a base vegetale, realizzato con proteine dai Piselli, surgelato

Preparazione alimentare a base di proteine di soia, decongelata

Preparazione alimentare vegetale a base di soia, decongelata

Ingredienti

Acqua, Proteine isolate di pisello (16%), Olio di colza, Olio di cocco raffinato, Proteine del riso, Aroma, Stabilizzanti (metilcellulosa), Amido di patata, Estratto di mela, Colorante (rosso di barbabietola), Maltodestrina, Estratto di melograno, Sale, Cloruro di potassio, Succo di limone concentrato, Aceto di mais, Polvere di carota, Emulsionanti (lecitina di girasole)

Proteine di soia reidratate (54,6%) (acqua, proteine di soia concentrate 19,5%) Acqua Oli vegetali in proporzione variabile (colza, cocco) Proteine di frumento reidratate (4,4%) (acqua, proteine di frumento 1,8%) Aceto di alcol Aromi naturali Succo di barbabietola in polvere Succo concentrato di melograno Concentrato di vegetali e frutta (peperone rosso, carota, ribes nero) Sale Estratto di malto d'orzo Stabilizzante: metilcellulosa

Acqua, Proteine di soia concentrate, Oli vegetali (mais, cocco), Aromi naturali, Amido (patata, tapioca), Proteine isolate di soia, Fibre vegetali di agrumi, Stabilizzante: metilcellulosa, Lievito essiccato, Estratto di barbabietola, Sale, Aroma.

Informazioni nutrizionali a confronto per 100 g

 

Beyond Meat

Garden Gourmet Sensational Burger

Unconventional

Energia kJ

1047

824

922

kcal

252

198

221

Grassi (g)

19

13

14

di cui acidi grassi saturi

5,6

3,8

6,5

Carboidrati (g)

3,5

3,2

7,0

di cui zuccheri (g)

0

1,1

0,5

Fibre (g)

 

3,9

3,7

Proteine (g)

17

14

15

Sale (g)

0,75

0,78

1,3

martedì 11 febbraio 2020

AdeZ


AdeZ è la marca di una linea di bevande vegetali, “latti vegetali” (di riso, di mandorle, di avena, di cocco e di soia) anche abbinati alla frutta, dalla fragola all’esotica.



La sua introduzione sul mercato italiano è abbastanza recente (2018) e risponde all’incremento della domanda di prodotti vegani, in particolare bevande per ogni momento della giornata, dalla prima colazione agli snack.
La marca AdeZ, nata in Argentina, è stata acquisita da Coca Cola nel 2017.
Lo sviluppo di un prodotto come questo, si legge nella storia del sito Coca Cola, è legato anche al fatto che “… consapevolezza delle proprie scelte alimentari, […] è ritenuta importante da un numero crescente di consumatori: il 50% della popolazione (con un picco che raggiunge il 63% nella fascia 25-34 anni) si informa prima dell’acquisto ed è più incline a scegliere prodotti che forniscano chiare informazioni nutrizionali.”

venerdì 17 gennaio 2020

Skipper Zero Zuccheri Aggiunti


Risale a meno di un anno fa il lancio della nuova bevanda a base di frutta di Zuegg.



La marca è Skipper, leader nel mercato dei succhi di frutta e tra le prime ad aver introdotto i succhi di frutta al 100%, particolarmente apprezzati dagli adulti.

Questa bevanda è per un target adulto con molte valenze che vanno oltre la semplice funzione dissetante. Ingredienti di origine naturale (cinque gusti a base di frutta e ortaggi: arancia-carota-curcuma, melograno-lampone, mirtillo-mora-mela, ananas-lemongrass, limone-uva-zenzero), senza zuccheri, senza aromi artificiali, conservanti e caloranti, poche calorie (da 9 a 12 calorie/ 100 ml, in funzione del gusto). Tanta acqua e un elevato potere dissetante caratterizzano una bevanda che si presenta, sul sito con questo claim: “La sete sta a zero: mix sorprendenti di frutta fresca ed estratti con pochi calorie e senza zuccheri aggiunti per un gusto senza precedenti.”

venerdì 3 gennaio 2020

Scaldasole Voglia di …


Il reparto dei freschi offre sempre qualche novità interessante.

Prodotti, più o meno nuovi, messi in evidenza da una promozione incisiva e da un nome evocativo.

Com’è il caso di Scaldasole con yogurt e specialità con yogurt, che in questi giorni è in vendita al Carrefour acquistato a 1,39 euro anziché 2,10 (prezzo consigliato)
Scaldasole propone una gamma di prodotti a base di yogurt con gusti particolari; si chiama “Voglia di” e viene descritta come “nata dalla tradizione pasticcera squisitamente italiana per esaltare quei sapori di casa a cui è impossibile resistere”.  I gusti sono: Golden Milk, Mela & Cannella, Pera & Cioccolato, Avena & Noci, Ricotta, Arancia e Mandorle, Pesca& Amaretti.

La scelta d’acquisto ha premiato “Voglia di Pera & Cioccolato” che è una specialità lattiero casearia biologica con yogurt magro, purea di pera e pezzetti di cioccolato.
La lista degli ingredienti è tutt’altro che complessa e si basa su prodotti biologici; i contenuti nutrizionali valutati su una porzione analoga al classico vasetto da 125 g di yogurt sono piuttosto equilibrati, con una percentuale di zuccheri più alta di tutte le altre ma, considerando il posizionamento tra lo yogurt e la pasticceria, era prevedibile.

giovedì 12 dicembre 2019

Ridurre i rifiuti cominciando dagli imballaggi inutili


I rifiuti all’ordine del giorno, tra Comuni Ricicloni, Rapporto Rifiuti Urbani e Settimana Europea per i Rifiuti

L’obiettivo primario è ridurre, a cominciare dagli imballaggi 
Foto di ejaugsburg da Pixabay


In questi giorni stanno avvenendo le premiazioni regionali dei Comuni Ricicloni, i comuni d’Italia che producono meno di 75 kg pro capite di rifiuti indifferenziati e dove la raccolta differenziata ha superato il 65%.  L’iniziativa di Legambiente [Comuni Ricicloni] è giunta alla XXVI edizione ed evidenzia i comuni e i consorzi virtuosi suddivisi per dimensione e regioni: una banca dati che racconta come si è evoluta e si evolve la situazione sul fronte rifiuti e apre a scenari positivi.
Fino al 2016 la Classifica Comuni Ricicloni considerava soltanto l’entità della raccolta differenziata, da quell’anno è stata introdotta anche la quantità in peso del rifiuto secco residuo (l’indifferenziato).
Se una critica si può muovere è che la percentuale di raccolta differenziata è bassa in proporzione al residuo secco, o meglio se non si fa più differenziata è molto difficile scendere sotto i 75 kg procapite di rifiuti indifferenziati.  Soprattutto è ormai palese  che occorre incentivare la riduzione a monte dei rifiuti e la sensibilizzazione a valle per “rifiutare l’acquisto di rifiuti”, in primo luogo gli imballaggi.

In tema di sensibilizzazione si è conclusa il 24 novembre l’undicesima edizione della Settimana  Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR), un progetto co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma LIFE+ della Commissione Europea.[European Week for Waste Reduction]

La SERR promuove la azioni di sensibilizzazione sulla corretta riduzione dei rifiuti, attuate da enti pubblici, imprese, associazioni e cittadini e che coinvolgono una vasta gamma di pubblico. Quest’anno le azioni sono state 16.570 in Europa e 5795 in Italia.
Ogni anno viene proposto un tema da sviluppare che nel 2019 è stato “Educare alla riduzione dei rifiuti” con lo slogan “Conosci, cambia e previeni”.
Per educare alla riduzione dei rifiuti occorre avere la consapevolezza della “produzione” di cui si sta parlando. Per conoscere i rifiuti, la loro produzione e gestioni, i dati non mancano, a cominciare da quelli ufficiali. L’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale tra le sue pubblicazioni ogni anno realizza il Rapporto Rifiuti Urbani. L’edizione 2019 è stata presentata da pochi giorni, il 10 dicembre scorso, è disponibile online, affronta vari temi, presenta moltissimi dati [Rapporto Rifiuti Urbani ed. 2019]
Prima ancora delle informazioni quantitative, è bene considerare che cosa si intende per rifiuti: il Ministero dell’Ambiente definisce rifiuti le “sostanze o gli oggetti che derivano da attività umane o da cicli naturali, di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi” [https://www.minambiente.it/pagina/la-classificazione-dei-rifiuti].
Quello dei rifiuti è un mercato in crescita e con caratteristiche che sono diventate paradossali: ci si disfa di oggetti, elementi della nostra spesa praticamente nuovi come per esempio le vaschette di plastica che contengono alimenti, e di oggetti dal ciclo di vita brevissimo, i monouso.
Infatti sono proprio gli imballaggi, ed in particolare la plastica, all’ordine del giorno nelle considerazioni in tema di impatto ambientale, soprattutto della nostra borsa della spesa.
In Italia nel 2018 sono stati prodotti complessivamente 30,2 milioni tonnellate (+2% sul 2018) di rifiuti urbani, pari a 499,7 kg  pro capite (+2.2% sul 2017): l’equivalente di un orso polare piuttosto grasso …
Il 41,9% sono rifiuti indifferenziati e il restante 58,1 % è invece raccolta differenziata ossia destinata al riciclo e recupero, suddivisa per materiali.
Gli  imballaggi immessi sul mercato nazionale, secondo i dati CONAI- Consorzio Nazionale Imballaggi a cui aderiscono circa 800.000 imprese produttrici e utilizzatrici di imballaggi- nel 2018 sono stati 13,2 milioni di tonnellate, con una crescita dello 0.8% rispetto all’anno precedente. La crescita nel 2017 era stata del +2,8%.  
L’80% del totale imballaggi viene recuperato, con una parte (69,7%) riciclata e la restante (10,8%) avviata al recupero energetico, ossia incenerita.
Gli imballaggi in plastica sono quelli che meno degli altri vengono avviati al riciclo: sul totale recuperato, che rappresenta l’87,5% dell’immesso al consumo, la percentuale di plastica avviata al riciclo ha rappresentato nel 2018 il 44,5, quella avviata al recupero energetico il 43%.

A livello produttivo e di sistema si registrano senza dubbio elementi positivi nell’andamento della gestione degli imballaggi immessi e recuperati rispetto agli obiettivi di legge, tuttavia la consapevolezza dell’impatto dei rifiuti può orientare la scelta dei consumatori e di conseguenza condizionare l’offerta dei produttori portando ad una significativa riduzione degli imballaggi in generale e della plastica in particolare.

Anche perché, come sappiamo accanto ai rifiuti recuperati ci sono quelli dispersi nell’ambiente.
Nel maggio di quest’anno AICA (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale) in collaborazione con ERICA Soc. Coop. e European Research Institute (ERI) ha effettuato una serie di campionamenti sul fiume Po alla ricerca di frammenti di plastica. Secondo lo studio “Un Po di plastica”, condotto con l’evento sportivo e di sensibilizzazione ambientale “Keep Clean and Run”, il Po trasporta e riversa in mare ogni secondo 11.107 frammenti di plastica di dimensione media intorno ai 5 mm e dal peso medio di 11 mg, pari a 465 kg all’ora, 11,16 tonnellate al giorno e 4073 tonnellate l’anno.
Il tempo di smaltimento in natura degli imballaggi di polistirolo

E’ evidente che al di là del comportamento virtuoso nella gestione dei rifiuti urbani, con la raccolta differenziata in primis, è sempre più importante riuscire a ridurre i rifiuti acquistati, molti imballaggi tra i più comuni.