Un cauto
ottimismo emerge dall’anteprima web del Rapporto 2014 su consumi e
distribuzione edito Coop. A cura dell’Ufficio Studi Ancc-Coop e realizzato con
la collaborazione scientifica di REF Ricerche e il supporto d’analisi di Nielsen
e Coop Italia, il rapporto analizza
l’andamento dei consumi e della distribuzione, in particolare del largo
consumo, inserendolo nel più ampio contesto economico e sociale.
Nello
specifico del settore alimentare, il capitolo dedicato al largo consumo
presenta un’approfondita analisi della spesa per generi alimentari, delle
strategie di risparmio e degli sprechi di cibo, dei nuovi canali di acquisto e
informazione sul web, dei nuovi stili
alimentari emergenti degli italiani, del
cibo di qualità e del valore del made in Italy nel mondo, della foodmania come
argomento di intrattenimento, ed infine delle vendite nelle varie tipologie
distributive e delle specifiche categorie di prodotto.
Le
considerazioni e gli spunti che scaturiscono dai dati sono notevoli ed
empiricamente confermati da quanto vediamo nel nostro vivere quotidiano, quando
andiamo a fare la spesa o accendiamo la tv.
Innanzitutto
il perdurare della crisi trova conferma nel dato della spesa media per consumi
alimentari; una famiglia di 3 persone ha speso nel 2013 461 euro al mese conto
i 461 del 2012. L’andamento è negativo da parecchio (13 trimestri consecutivi)
e nel complesso la discesa dei consumi alimentari è stata del 13% dal 2007.
Una situazione così critica ha determinato alcune modalità
di acquisto che da emergenziali sono diventate strategiche: la scelta della
tipologia discount (ancora in crescita), dei prodotti in promozione e di quelli
a marca commerciale ossia del punto di vendita. Nei primi mesi del 2014 quasi
il 30% di quanto è stato venduto dalla Grande distribuzione era in promozione
ossia in offerta. La promozione, che è
diventata fondamentale praticamente in tutte le categorie del supermercato
indirizza la scelta dei consumatori e quindi condiziona il loro modo di
acquistare: il prezzo permane l’elemento fondamentale della scelta.
Il consumatore è diventato parsimonioso e attento agli
sprechi (6 su 10 prestano attenzione a non sprecare cibo) non soltanto per
ragioni economiche ma anche di sostenibilità ambientale. Spende meno e fa
attenzione ai prodotti più economici tuttavia è contraddittorio.
Come spesso
accade coesistono varie logiche di acquisto e di conseguenza in parallelo alla
contrazione dei consumi si è assistito ad una maggiore attenzione alla qualità
e alle peculiarità dei cibi.
I prodotti biologici sono in piena crescita; gli acquisti
nei supermercati, ipermercati, ecc. sono attualmente cinque volte superiori a
quelli del 2000. Il giro d’affari nella Gdo ha superato i 700 milioni di euro.
Tra i prodotti tradizionali in discesa (bevande alcoliche, in particolare il
vino e surgelati per esempio) emergono in crescita particolari categorie che
rispondono ad un cambiamento della visione dell’alimentazione quotidiana.
Crescono per esempio gli integratori alimentari, i prodotti etici –del
commercio equo solidale- (sebbene vengano considerati troppo cari). Tutta
l’area dei prodotti senza glutine e dei cereali alternativi al frumento – kamut
e soia per esempio- è in forte espansione (+18%) e non soltanto per l’incidenza
della celiachia (1 italiano su 100). Il cibo etnico è un’altra rivelazione:
nell’ultimo anno gli acquisti sono cresciuti del 10%.
Alle scelte funzionali allo star bene si sovrappongono
considerazioni di varia natura; il cibo è piacere ma anche scelta razionale. E’
cresciuta la popolazione vegetariana e vegana, complessivamente il 7% dei
consumatori, 1/3 dei quali ha rinunciato alla carne per rispetto nei confronti
degli animali. Più preoccupante la dichiarazione di 1 italiano su 2 che si dice
a dieta, pur vantando un’alimentazione equilibrata.
I consumatori sono in balia di quali suggestioni? Chi
condiziona le loro scelte se non è più la tradizione alimentare a guidare gli
acquisti? Il rapporto evidenzia quanto tutti noi tocchiamo con mano: il web, in
particolare i social e i blog che consentono un confronto e uno scambio di
opinione, sono diventati molto importanti nel processo decisionale. Così come
sono importantissimi i programmi televisivi (più di 20 sul digitale terrestre
dedicati alla cucina): è la cosiddetta foodmania. Ma l’Italia è da sempre
“maniaca del cibo”, in senso ovviamente molto positivo: il nostro paese
possiede un patrimonio tra i più ampi di prodotti a denominazione o indicazione
di origine. 264 prodotti alimentari riconosciuti anche all’estero e che fanno traino
alle nostre esportazioni.
In conclusione e in sintesi come è cambiato il carrello
degli italiani in questo periodo di crisi? Segnali controversi, più attenzione
al prezzo ma anche alla qualità e qualche concessione ai peccati gola.
L’anteprima delrapporto è disponibile in formato App per dispositivi
mobili Apple e Android e scaricabile dal sito www.e-coop.it
o direttamente su iTunes e Google Play e che sarà completo e cartaceo a fine
2014.
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