lunedì 15 settembre 2014

Coop -Rapporto 2014 su consumi e distribuzione

Un cauto ottimismo emerge dall’anteprima web del Rapporto 2014 su consumi e distribuzione edito Coop. A cura dell’Ufficio Studi Ancc-Coop e realizzato con la collaborazione scientifica di REF Ricerche e il supporto d’analisi di Nielsen e Coop Italia, il rapporto analizza  l’andamento dei consumi e della distribuzione, in particolare del largo consumo, inserendolo nel più ampio contesto economico e sociale.

Nello specifico del settore alimentare, il capitolo dedicato al largo consumo presenta un’approfondita analisi della spesa per generi alimentari, delle strategie di risparmio e degli sprechi di cibo, dei nuovi canali di acquisto e informazione sul web, dei nuovi  stili alimentari emergenti  degli italiani, del cibo di qualità e del valore del made in Italy nel mondo, della foodmania come argomento di intrattenimento, ed infine delle vendite nelle varie tipologie distributive e delle specifiche categorie di prodotto.

Le considerazioni e gli spunti che scaturiscono dai dati sono notevoli ed empiricamente confermati da quanto vediamo nel nostro vivere quotidiano, quando andiamo a fare la spesa o accendiamo la tv.

Innanzitutto il perdurare della crisi trova conferma nel dato della spesa media per consumi alimentari; una famiglia di 3 persone ha speso nel 2013 461 euro al mese conto i 461 del 2012. L’andamento è negativo da parecchio (13 trimestri consecutivi) e nel complesso la discesa dei consumi alimentari è stata del 13% dal 2007.

Una situazione così critica ha determinato alcune modalità di acquisto che da emergenziali sono diventate strategiche: la scelta della tipologia discount (ancora in crescita), dei prodotti in promozione e di quelli a marca commerciale ossia del punto di vendita. Nei primi mesi del 2014 quasi il 30% di quanto è stato venduto dalla Grande distribuzione era in promozione ossia in offerta.  La promozione, che è diventata fondamentale praticamente in tutte le categorie del supermercato indirizza la scelta dei consumatori e quindi condiziona il loro modo di acquistare: il prezzo permane l’elemento fondamentale della scelta.
Il consumatore è diventato parsimonioso e attento agli sprechi (6 su 10 prestano attenzione a non sprecare cibo) non soltanto per ragioni economiche ma anche di sostenibilità ambientale. Spende meno e fa attenzione ai prodotti più economici tuttavia è contraddittorio.
Come spesso accade coesistono varie logiche di acquisto e di conseguenza in parallelo alla contrazione dei consumi si è assistito ad una maggiore attenzione alla qualità e alle peculiarità dei cibi.
I prodotti biologici sono in piena crescita; gli acquisti nei supermercati, ipermercati, ecc. sono attualmente cinque volte superiori a quelli del 2000. Il giro d’affari nella Gdo ha superato i 700 milioni di euro. Tra i prodotti tradizionali in discesa (bevande alcoliche, in particolare il vino e surgelati per esempio) emergono in crescita particolari categorie che rispondono ad un cambiamento della visione dell’alimentazione quotidiana. Crescono per esempio gli integratori alimentari, i prodotti etici –del commercio equo solidale- (sebbene vengano considerati troppo cari). Tutta l’area dei prodotti senza glutine e dei cereali alternativi al frumento – kamut e soia per esempio- è in forte espansione (+18%) e non soltanto per l’incidenza della celiachia (1 italiano su 100). Il cibo etnico è un’altra rivelazione: nell’ultimo anno gli acquisti sono cresciuti del 10%.
Alle scelte funzionali allo star bene si sovrappongono considerazioni di varia natura; il cibo è piacere ma anche scelta razionale. E’ cresciuta la popolazione vegetariana e vegana, complessivamente il 7% dei consumatori, 1/3 dei quali ha rinunciato alla carne per rispetto nei confronti degli animali. Più preoccupante la dichiarazione di 1 italiano su 2 che si dice a dieta, pur vantando un’alimentazione equilibrata.
I consumatori sono in balia di quali suggestioni? Chi condiziona le loro scelte se non è più la tradizione alimentare a guidare gli acquisti? Il rapporto evidenzia quanto tutti noi tocchiamo con mano: il web, in particolare i social e i blog che consentono un confronto e uno scambio di opinione, sono diventati molto importanti nel processo decisionale. Così come sono importantissimi i programmi televisivi (più di 20 sul digitale terrestre dedicati alla cucina): è la cosiddetta foodmania. Ma l’Italia è da sempre “maniaca del cibo”, in senso ovviamente molto positivo: il nostro paese possiede un patrimonio tra i più ampi di prodotti a denominazione o indicazione di origine. 264 prodotti alimentari riconosciuti anche all’estero e che fanno traino alle nostre esportazioni.
In conclusione e in sintesi come è cambiato il carrello degli italiani in questo periodo di crisi? Segnali controversi, più attenzione al prezzo ma anche alla qualità e qualche concessione ai peccati gola.

L’anteprima delrapporto  è disponibile in formato App per dispositivi mobili Apple e Android e scaricabile dal sito www.e-coop.it o direttamente su iTunes e Google Play e che sarà completo e cartaceo a fine 2014.

















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